martedì 24 novembre 2015

La fermezza di Penelope


L'INCREDULA PENELOPE
(testo in versi da Libro XXIII, v. 85-110)



85      Disse così, e discese dalle stanze di sopra:                                           
         nel cuore era incerta, se interrogare da lontano il marito
         o, accostatasi , prendere e baciargli il capo e le mani.
         Entrò e varcò la soglia di pietra,
         poi sedette di fronte ad Odisseo, nel raggio del fuoco,
90       all’altra parete: egli, guardando in basso, sedeva
         appoggiato ad un’alta colonna, aspettando se gli avrebbe parlato 
         la nobile sposa, dopo averlo veduto cogli occhi. 
         Lei sedeva a lungo in silenzio, lo stupore invadeva il suo cuore:
         ora, cogli occhi, lo ravvisava nel viso,
95       ora, per le sue misere vesti, non lo riconosceva.
         La redarguì Telèmaco, le rivolse la parola, le disse: 
         «Madre matrigna , che hai un cuore duro,
         perché stai lontana così da mio padre, non ti siedi  
         al suo fianco e non chiedi e domandi? 
100     Nessuna altra donna starebbe così, con cuore ostinato,
         lontana dal proprio marito, che sofferti molti dolori 
         tornasse al ventesimo anno nella terra dei padri: 
         ma il tuo cuore è sempre più duro di un sasso».
        Gli rispose allora la saggia Penelope:
105    «Figlio mio, nel petto il mio animo è attonito
        e non posso parlare né fare domande 
        o guardare diritto il suo volto. Se veramente
        è Odisseo e a casa è tornato, certo noi due
        ci riconosceremo anche meglio: perché anche noi 
110    abbiamo dei segni, che noi soli sappiamo, nascosti agli estranei».


COMMENTO:
In questo passo dell'Odissea, Penelope viene avvisata del fatto che suo marito Ulisse fosse rientrato ad Itaca dopo venti lunghi anni; lei resta comunque scettica mostrandosi distaccata e fredda, poichè non aveva alcuna prova che fosse realmente Ulisse. Il collegamento alla "staticità" si ha con la fermezza d'animo di Penelope, che per tutto questo tempo ha aspettato il marito, senza concedersi ai Proci (pretendenti alla sua mano), promettendo di scegliere tra loro uno sposo, non appena finito una tela per il suocero che tesseva di giorno e disfaceva la notte.

Fonte: Odissea di Omero (trad. in italiano di G.A.Privitera)


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